
Arcieri Medievali Aesis Milites del Contado di Maiolati Spontini - Jesi
Arcieri Medievali Aesis Milites del Contado
di Maiolati Spontini - Jesi
Presidente: Carlo Alberto Owen
333 2655659
0731 201468
arcieridelcontado@alice.it
Dall'idea di Carlos Alberto Owen,indubbio conoscitore del contesto storico-culturale cittadino e del territorio circostante, trasportato da un amore profondo per tutto quello che la Città di Jesi ha storicamente tramandato ai suoi cittadini, e con la forza che tutto questo comporta nel tempo, è nata nell'anno del Signore 2000, l'Associazione Culturale Arcieri Medievali AESIS Milites del Contado di Maiolati Spontini - Jesi, che ad oggi è composta da 43 associati provenienti dai Castelli della Vallesina.
Il filo conduttore è la passione per il tiro con l'arco storico che, unito alla voglia di "mettersi in discussione", con attività manuali che vanno oltre il tiro con l'arco, lega tutte queste persone, di età differenti - trattandosi di bimbi, ragazzi, ed adulti- rispecchiando così nella sua realtà associativa quelle prerogative di un tempo passato riscoprendo, appunto, il medioevo nel territorio, la sua cultura, la sua scienza, i suoi costumi, il suo modus vivendi.
Questo percorso, basato sull'amicizia, la stima reciproca, il rispetto verso gli altri, ci avvolge, ci coinvolge, ci intriga, e mette in pratica il pensiero di George Eliot esternato nella sua frase " Il più forte principio di crescita si trova nella capacità di scelta umana".
L'Associazione è presente nel contesto culturale medioevale nazionale, sempre reclamizzata dai mass-media locali, regionali e nazionali.
Al suo interno puoi trovare:
- scuola arcieristica medievale
- balli medievali
- mastri arcai
- organiz.tornei arcieristici
- mastri pellettieri
- tamburini
- figure arcieristiche di guerra
- giocoleria
- organiz.cene medievali
- scrima con asce e bastoni
- convegni medico-storico
- sartoria medievale
- storici - etc.
Gli Arceri Medievali AESIS Milites del Contado sono lieti di esporre a grandi linee il periodo storico a cui la loro Associazione fa riferimento fornendo dei brevi cenni storici.
Il periodo storico è quello "federiciano" essendo, appunto, nato a Jesi il 26 dicembre del 1194 da Costanza d'Altavilla, figlia di Re Ruggero II delle Due Sicilie e da Enrico IV, figlio di Federico I Barbarossa, Federico II Hohenstaufen, lo "Stupor Mundi" colui che, come dice Arnoldo da Brescia, "agitò il vento della storia, fu tuono e fulgore del medioevo, l'uomo che nel suo breve arco di vita e nella sua particolare epoca, cercò mutare le leggi e i tempi".
Mentre Federico II cresceva in età, cresceva anche l'espansione territoriale di Jesi.
Una volta costituito, infatti, il Libero Comune, i cittadini si erano preoccupati di allargare i confini della loro piccola "repubblica" sia per assicurare nuove fonti di approvigionamento alla crescente popolazione. Sia per reperire più consistenti mezzi finanziari e per poter reclutare, all'occorrenza, milizie in numero sufficiente a garantire la sicurezza della città. Alla conquista del Contado, quindi, Jesi arrivò "non tanto come desiderio di predominio, quanto come diretta necessità di sopravvivenza". Va detto comunque che il Comune di Jesi si era dimostrato pieno di gagliardia e rigoglio civile e militare, che fin dalla sua costituzione si era dato uno statuto e che tale statuto prevedeva molte e larghe franchigie, cosicché individui e popoli correvano a mettersi sotto la giurisdizione o almeno sotto la protezione di Jesi.
Dal 1190 al 1268 abbiamo, pertanto, quello che viene chiamato il periodo aureo della "Repubblica Aesina", la fase del "Grande Contado". E' il periodo in cui Jesi, grazie anche ai favori del grande Federico II, estende la sua giurisdizione su tutta la Vallesina, dalla Gola della Rossa al mare quadriplicando il suo "disctrictus.
Sul fronte settentrionale Jesi, approfittando della debolezza politica e militare del comune di Senigallia, ottiene nel 1197 la giurisdizione sui territori di Belvedere, San Marcello e su parte di quello di Monsano e nel 1213 costringe la città adriatica alla cessione anche dei castelli di Morro, Albarello e Monte San Vito. Ad occidente, dopo la ricordata sottomissione di Morro Panicale e delle sue pertinenze, nel 1201 viene distrutto il castello di Moje, nello stesso anno si sottomettono anche i signori di Accola, seguiti nel 1211 dagli abitanti di Rovegliano, poi, nel 1219, dall'Abazia di S.Urbano, dal castello di Massaccio e nel 1227 dal forte castello e comune di Apiro. Con la conquista, nel 1231,del comune di Serra S.Quirico e la sottomissione dei conti di Rovellone 20 anni dopo, il confine della giurisdizione jesina si attesta sull'appennino. Distrutto nel 1201 il castello di Ripe, nel 1219 vengono definiti con due trattati, i confini con il comune di Osimo; nel 1251 Jesi assume il controllo dei castelli osimani di Staffolo e di Storaco e nel 1261 aggiunge al suo contado Maiolati e Poggio San Marcello.
In questo arco di tempo quale fosse la forza dell'apparato militare a disposizione del comune di Jesi e del suo Contado, risulta dai patti di reciproca assistenza stipulati il 20 giugno 1228 "nella casa di Boninsegna, ove allora aveva la sede la curia di Jesi" dai plenipotenziari dei comuni di Jesi e di Roccacontrada (Arcevia). Roccacontrada era tenuta ad inviare a Jesi a proprie spese, non più di due volte l'anno, 25 cavalieri (milites) e 500 fanti (pedites), mentre alle stesse condizioni Jesi ne avrebbe corrisposti rispettivamente 50 e 1500. Inoltre Roccacontrada avrebbe messo a disposizione in qualsiasi momento un contingente di 10 cavalieri e 200 fanti, il cui soldo sarebbe stato diviso tra i due comuni. La città ne avrebbe invece fornito 20 e 400. Considerando gli uomini che sarebbero dovuti restare in città e nei castelli per assicurarne la difesa, gli effettivi delle milizie cittadine si possono configurare in circa 2.000-2.500 uomini, reclutati tra i cittadini atti alle armi compresi tra i 15 ed i 70 anni (in media circa un terzo della popolazione complessiva). Anche ai centri sottomessi venivano richiesti contingenti di armati , arrivando anche alla richiesta di un uomo per "fumante" fatta a Staffolo in occasione delle operazioni contro Senigallia nel 1255. Nel periodo di massima espansione del Contado, Jesi avrebbe potuto avere a disposizione la ragguardevole cifra di 7.000-8.000 armati, suddivisi a seconda del loro armamento in balestrieri, arcieri, pavesari, fanti da mischia o semplici "guastaroli" forniti principalmente dal Contado, con almeno un centinaio di Cavalieri.
A questo punto Jesi aveva bisogno di ottenere il riconoscimento giuridico delle sue conquiste da parte dei due poteri, quello imperiale (Ghibellino) e quello papale (Guelfo), che si disputevano l'alta sovranità sui territori della Marca.
Nel1220 FedericoII lascia la Germania per ricevere a Roma la corona imperiale……le cose precipitano allorché il 20 marzo 1239 Papa Gregorio IX firma la scomunica contro Federico II . Questa rottura definitiva tra Papato e Impero diviene un fatto di eccezionale risonanza non solo internazionale ma anche locale registrando ripercussioni dirette anche per il Comune di Jesi. Dalla confusa situazione politica e dal vuoto di potere creatosi nella Marca, Jesi approfitta per svolgere una politica volta ad assorbire nel proprio dominio i grossi centri ormai autonomi sorti dal disfacimento del comitato senigalliese: nel 1248 ne riconoscevano la supremazia cittadina i comuni di Serra Dei Conti e Corinaldo e le ville di Mergo e Tessenaria, nonché il castello di Rotorscio (questi in dioecesi di Camerino), seguiti nel 1251 dai Castelli osimani di Staffolo e Storaco, nonché dai comuni senigalliesi di Montalboddo (Ostra), Montenovo (Ostra Vetere) e dal castello di Barbara nel 1257.
Per tutte queste ultime acquisizioni, Jesi ottenne dei riconoscimenti da parte di Manfredi, re di Sicilia, ripassando così nel campo ghibellino. I due privilegi che Manfredi le concesse nel 1258 riprendevano e ampliavano le concessioni di quelli di Enzo (figlio di Federico II ) quando nel 1239 passò con l'esercito imperiale contro il Papa, e poi, successivamente nel 1248 quando il comune, con un voltafaccia caratteristico della storia medievale, si fece confermare ed ampliare dal Cardinale Raniero (contro il parere dello stesso Papa) in cambio del passaggio allo schieramento guelfo.
A Manfredi e alla parte ghibellina la città restò poi fedele fino alla fine dell'avventura sveva, intervenendo con propri contingenti a sostegno delle truppe imperiali in tutte le operazioni militari condotte nel centro della Marca; partecipò al saccheggio di Senigallia, alle azioni contro Fano e Roccacontrada, nonché allo sfortunato assedio di Montecchio, agli ordini di Galvano Lancia (1260-1263). La sconfitta finale degli Svevi, a cui restò legata fino alla vigilia della battaglia di Benevento, le costò la perdita del "Grande Contado", con molte località diventate immediatamente soggette alla Santa Sede. Al ritorno sotto l'autorità papale, il potere della città si esercitava solo su quello che sarà poi, con piccole modifiche, il suo territorio fino all'arrivo dei soldati napoleonici, ossia l'ambito diocesano più le cessione di Senigallia fino al 1213, anche se parecchi castelli posti al di fuori della diocesi, continueranno a rendere omaggio a Jesi in segno stavolta di alleanza e non di subordinazione, fino alla fine del XIV secolo.
Ecco, la storia medievale della città di Jesi e dei suoi castelli è questa: in grande sintesi, perché c'è tanto da narrare, ma ciò lo lasciamo fare a tutte quelle persone che con passione hanno scritto e divulgato le gesta di Jesi e del suo Contado e dal quale abbiamo attinto la storia delle radici della nostra vita e che non finiremo mai di ringraziare.
ARCIERI MEDIEVALI AESIS
MILITES DEL CONTADO
di Maiolati Spontini - Jesi
Ecco, la storia medievale finisce qui, ma continua con i giorni nostri, e quello che un gruppo di persone, di età diverse, uomini, donne, ragazzi, vuol ritrovare è quel sottile filo , proveniente dai castelli del Contado, ci avvolge, ci coinvolge, ci intriga , ci unisce ai nostri avi.
Grazie dell'attenzione che ci avete concesso e, permetteci un rigraziamento a tutti coloro che hanno scritto con passione e divulgato le gesti di Jesi e del suo Contado e dal quale abbiamo attinto la storia delle radici della nostra vita.
Gli Arcieri Medievali Aesis Milites del Contado di Maiolati Spontini - jesi, di cui 30 sono arcieri, da ormai da oltre cinque anni operano nel contesto culturale a tutto campo; si va a rievocazioni storiche dei tornei arcieristici, alle cene medievali, ai convegni medico-storico-scientifici: tutto ciò a livello nazionale e sempre puntualmente reclamizzato dai mass-media, comprese le emittenti Radio e TV Rai.
Ogni anno l'Associazione organizza svariati eventi come, appunto, "Maiolatum", giunta ormai al 10° appuntamento vede a Maiolati Spontini la partecipazione di arcieri provenienti da tutta Italia.;
"Frecce nella Rocca", il "Torneo del Tesseramento", dimostrazioni di tiro e di abilità in varie città ove il Gruppo è chiamato, insomma gli AESIS sono sempre presenti sul Territorio sia esso locale che nazionale".